lunedì 13 dicembre 2010

Villasport uccide: SECONDA VITTIMA

E' successo, è ricapitato. Il rammarico non serve, ma tant'è. Carlo Nari, diciottenne di Villastellone pochi minuti prima dell'incidente era al campo sportivo. Con i ragazzi che conosceva da sempre. Subito dopo lo schianto e Carlo che volava via, non era più con i suoi amici. Gli stessi ragazzi che oggi ripercorrono con il pensiero a quegli istanti precedenti , che lo vedono voltarsi e andare via, ora si domandano se avessero potuto fare qualcosa per evitarlo. LORO NO, loro non potevano evitarlo. Queste sono le cose imprevedibili della vita. Cosa si poteva invece fare? Chi sarebbe dovuto intervenire? Il sindaco Davide Nicco ci aveva già ricordato che in quel punto non si era mai intervenuti perchè non vi era una casistica pregressa di incidenti. Succedeva tutto poche centinaia di metri più avanti, in direzione Moncalieri, all'incrocio per Carignano. Era li che avvenivano gli incidenti, in un incrocio pericolosissimo, in cui le alte velocità raggiungibili e i segnali stradali che coprono la visibilità mettono a serio rischio la vita di chi in auto effettua una svolta. E' sempre stato così. Decine di persone sono morte in quell'incrocio. Per una serie di cause, però, non si è MAI potuta mettere in sicurezza quell'intersezione.
Ma poi è arrivato il complesso Villasport, sorto su di un terreno incastrato tra la statale 393 e l'autostrada.
Prima c'era solo il campo da calcio, quello nuovo. Dove si effettuavano allenamenti e partite di calcio. Qualche rara manifestazione.
Il che non ha mai creato problemi. Una passerella univa le due sponde della statale, permettendo di raggiungere in sicurezza i campi sportivi.
Poi la costruzione di Villasport, con piscine, ristoranti e palestre. Inevitabile che il transito sarebbe aumentato.
Inevitabile!
E' così Desirè ci ha lasciati, un mazzolino di fiori sempre presente al bordo della strada, uno striscione bianco appeso alla passerella, con una scritta dei suoi amici che la ricordavano.
Il sindaco Davide Nicco che si apprestava a chiudere un possibile passaggio che dai campi da tennis permettevano l'accesso alla statale. E soprattutto una rapida risposta per pararsi le mani, e forse anche qualcos'altro...
Il fatto è che in quel tratto di strada bisognava già intervenire. Magari illuminando con dei lampioni anche sotto la passerella, magari installando un autovelox fisso che facesse rispettare almeno in quelle poche centinaia di metri il limite dei 70 km/h.
Già, perchè è difficile pensare che gli autoveicoli in quel tratto di strada libera da attraversamenti a raso si assicurino di procedere alla velocità prescritta.
Se si fossero sempre rispettati i limiti questi due incidenti non sarebbero avvenuti.

In ricordo di Desirè e Carlo.

1 commento:

Per favore... ha detto...

"Se si fossero sempre rispettati i limiti questi due incidenti non sarebbero avvenuti"

Questo è nascondersi dietro un dito. Gli incidenti non sarebbero mai avvenuti se, per prima cosa, i due ragazzi si fossero trovati dove dovevano stare: sul cavalcavia!
La velocità delle auto è l'ultimo dei problemi, perchè incidenti del genere accadono anche ai 70 o ai 50 kmh.
A parte il fatto che non ci credo che voi rispettate tutti i limiti di velocità (vorrei filmarvi mentre percorrete la zona industriale di C.So Savona per vedere se davvero rimanete entro i 50 kmh).
Ma anche se fosse? Se un pedone o un ciclista vi spuntano davanti in un punto in cui non è prevista la loro presenza, li centrerete anche andando ai 30 kmh. Soprattuto se, come ha fatto Carlo, si lanciano in strada senza nemmeno guardare.
Volete mettere le luci? Volete mettere gli autovelox? Non fate altro che dare un incentivo ai prossimi sprovveduti per continuare ad attraversare, perchè ora penseranno di essere ancora più al sicuro. E il cavalcavia, tutto bello illuminato, resterà lì a guardare.