venerdì 21 agosto 2009

Che fine fanno i nostri rifiuti?


Preparando l'immondizia per la raccolta mi sono chiesto come mai la raccolta dell'organico venisse effettuata in buste di plastica, quando altrove prevedono l'utilizzo di appositi sacchetti di carta.
Ora, mescolare la carta con la frazione umida significa poter tirare fuori un concime, non per uso alimentare, magari solo per le piante da ornamento o le aiuole, comunque un concreto riutilizzo, anche se parziale.
Ma raccogliere l'umido con della plastica, nel momento della triturazione significa miscelare della parte biodegradabile con una frazione che non lo è.
Allora, incuriosito faccio un giro sul sito covar. Leggo che tutta la parte di RU viene conferita nella discarica di Basse di Stura.
Mmmmhhhhh....e qui già inizia a ronzare in testa un sospetto, già attivato dalla raccolta dell'organico.
Ma, mi chiedo, non sarà mica la solita vecchia storia che vogliono separare l'umido dal resto dell'RU per poter disporre di una frazione asciutta da conferire in un inceneritore?
Già, chiamiamolo così: INCENERITORE. Perchè la realtà è che incenerisce l'immondizia, cioè crea cenere, cioè altra immondizia che ha bisogno di un'altra discarica, questa volta però speciale.
Eccoci arrivati qui:
http://www.covar14.it/impianti.html#

Verremo dotati di inceneritore!!!
In pieno accordo con le regole dettate a carattere nazionale.
In alcuni Paesi del mondo, il nostro piccolo pianeta terra, stanno viaggiando verso quello che viene definito rifiuti zero: ovvero il completo riciclo delle materie che usiamo come imballaggi.
Non è uno sforzo epocale, si tratta solo di definire le linee guida a livello generale.
Certo che così non si potranno mai produrre rifiuti per l'inceneritore.
A proposito...come funziona l'inceneritore?
Semplice: brucia i rifiuti.
Quali rifiuti? Tutto ciò che può prendere parte ad una reazione di combustione.
Ah...ma allora i nostri rifiuti sono carburante?
No, il carburante dei rifiuti è: PLASTICA E CARTA. Queste sono le uniche due materie che bruciano nell'inceneritore.
Ma se la plastica e la carta già la separiamo?
Non tutto è separabile. Ovviamente tutto ciò che è carta viene separato, anche parte degli imballaggi, perchè era troppo sporco proporre di bruciare tutto. In passato ci hanno provato, proponendo sempre gli inceneritori, con la questione che così costava meno lo smaltimento, ma ahimè la carta si ricicla benissimo e soprattutto SERVE, altrimenti avremmo una deforestazione enorme, anche se il tipico albero da carta cresce molto velocemente, ma comunque impiega del tempo, invece la carta riciclata è subito pronta.
Veniamo alla plastica.
Ma anche quella la separiamo.
Vero, ma solo di pochi tipi, perchè il problema della plastica è che diventa difficile da riciclare. Certo, se fosse tutto PET allora lo ricicleremmo molto bene, ma alcune frazioni sono di plastica indefinita, quindi non differenziabile.
Ma principalmente si riciclano bottiglie di PET.
Vero, anche se in effetti non dovremmo affatto vendere l'acqua in bottiglie di plastica.
Quindi, come funziona l'inceneritore?
L'inceneritore funziona con l'RU, il rifiuto urbano, quello indifferenziato. Ogni volta che ci troviamo di fronte ad un prodotto composto in parte di fibre vegetali, carta o cotone, ed in parte di fibre di materiale plastico, dobbiamo gettarlo nell'RU.
Il discorso è quindi molto facile: basta fare si che una frazione dei materiale che finisce in discarica sia impossibile per l'utilizzatore da riciclare.
Gli diamo l'illusione di riciclare, ne salviamo una parte e l'altra parte ci serve per l'inceneritore.
Giusto, serve all'inceneritore.
La quota che noi paghiamo:
- l'imballaggio al momento dell'acquisto del prodotto
- lo smaltimento del rifuto
- l'acquisto dell'energia elettrica
Perchè l'inceneritore non serve a eliminare la spazzatura, serve per produrre energia elettrica che noi riacquisteremo.
Ci diranno che produce energia e calore, in modo pulito.
A parte il fatto che una quota di diossina verrà inevitabilmente prodotta, che comunque si fisserà nel terreno e noi ce la rimangeremo.
L'inceneritore produrrà energia elettrica e calore bruciando petrolio e carta.
Già perchè la plastica deriva dal petrolio. Quindi è come se avessimo una centrale a petrolio.
La parte di carta bruciata sarà invece sottratta al riciclo.
Inoltre, l'inceneritore serve a prendere soldi statali, perchè è dimostrato che è antieconomico.
Tutto questo per concludere che l'obiettivo dovrà sempre più essere il rifiuto zero anzichè un inceneritore.

giovedì 20 agosto 2009

Villastellone: paese a 5....STALLE

Quando, in occasione della recente presentazione del piano regolatore è stato proposto di mettere dei pannelli fotovoltaici in un campo fuori dall'abitato mi sono venuti i capelli dritti.
Di solito i pannelli fotovoltaici si piazzano sui tetti delle case perchè questi sono delle superfici inutilizzate.
Che senso ha mettere i pannelli in un campo, sottraendolo all'agricoltura? L'investimento risulterebbe molto più economico se in quel campo coltivassimo colza e poi producessimo calore ed energia elettrica con un generatore diesel.
Quindi, ritornando al nostro pannello fotovoltaico, che di per sè ha un rendimento basso, si parla del 20% o poco di più, per problemi legati al funzionamento intrinseco, ma che è ormai accertato che in 10 anni (ora anche meno) si recupera l'investimento e che rende per altri 20, per un totale di 30 anni, perchè non piazzarne qualcuno a Villastellone?
Per chi obietta che per la costruzione di un pannello occorra più energia di quanta ne produca possiamo dire che è vero se consideriamo il ciclo di produzione a partire da energie quali il petrolio, se consideriamo che per trasportarlo usiamo sempre il petrolio, insomma, costa parecchio e sprechiamo energia perchè stiamo usando dei processi con dei rendimenti scarsissimi. Ma una volta dato l'avvio al processo virtuoso di produzione di energia elettrica dal sole, allora potremmo dire che il pannello solare produce molto più di quello che consuma per la sua produzione.
Veniamo al nocciolo: osservando la palestra della scuola elementare mi sono accorto che in piena estate venivano accesi i neon in pieno giorno...?!?
Ok, la palestra e la scuola sono una costruzione abbastanza antiche, però il tetto della palestra e parte del tetto della scuola sarebbero utilizzabili per piazzare pannelli fotovoltaici.
A Torino c'è una scuola elementare ed una media che hanno piazzato i pannelli fotovoltaici sul tetto e con regolare display a led comunicano quanta energia hanno prodotto dalla sua installazione.
Ecco la fotina della scuola elementare:


Da qui si vede bene che almeno il tetto palestra e tutto il tetto inclinato nella zona opposta della scuola potrebbero ospitare pannelli fotovoltaici.
Così mi sono ricordato il tetto piatto della scuola media!
Altra grande occasione per piazzare pannelli fotovoltaici, tantopiù che non ci sono ostacoli che creino ombra:

Questo sarebbe un buon esempio per le generazioni future, un inizio.
Ricordate la storia della raccolta differenziata?
Ripassiamola:
A Villastellone tutto scorre tranquillo, finchè un giorno viene annunciato il piano per cotruire o una nuova discarica o in alternativa un inceneritore più relativa discarica.
Questo perchè Villastellone, sebbene fosse stato avvisato di avviare la raccolta differenziata, non aveva provveduto e non potendo continuare a mettere i rifiuti nelle discariche altrui doveva provvedere al proprio smaltimento.
Ovviamente questo con i comuni limitrofi. Villastellone sta al sicuro: avendo già una discarica chiusa tanti anni fa, nel suo territorio non ne possono cotruire.
Già, nel suo no, ma in quello dei confinanti si.
Carignano ha già da tempo avviato la raccolta differenziata e non vuole saperne di inceneritori e discariche. Allora si valuta l'opzione Santena, proprio al confine con Villastellone oppure Cambiano, sempre e solo a 5 km da Villastellone.
Inevitabile che tutte le colture villastellonesi si sarebbero deprezzate con un impianto a 1 metro di distanza.
La svolta avviene con il rospo, il pelobate fosco, simpatico anfibio che gli agricoltori hanno cercato di sterminare con i loro pesticidi e antiparassitari. Ma lui c'è. Una piccola manifestazione dei pacati villastellonesi per le vie cittadine, un accordo per la raccolta differenziata e il fondoschiena del paese è salvo.
Già, perchè la sonnolente giunta che governava allora Villastellone ben poco si mosse per evitare la discarica. Anche senza rospetto sarebbe stato sufficiente iniziare per tempo la raccolta differenziata.
E non iniziamo a dire che costa di più, perchè sebbene ci sia manodopera, che costa ma che crea occupazione, il materiale riciclato ha un valore, quindi, se qualcuno non fa il furbetto, dovrebbe poi calare di costo.
Ecco, tutto questo perchè? Perchè ad oggi campeggia in bella vista sulla bacheca del comune un manifesto che dice che siamo un paese "riciclone", che siamo virtuosi.
Si, ma fino a qualche anno fa non gliene importava a nessuno del riciclo, anzi era visto come una scocciatura, preferivamo pagare le multe piuttosto che riciclare.
In fondo Villastellone è un paese piccolo, si può fare tanto con poco.
Così potrebbe essere con i pannelli fotovoltaici: ad ora tutti in comune dormono, l'energia per la Ville-lumiere Villastellone non è una priorità.
Lo diventerà quando saremo costretti?

martedì 18 agosto 2009

Villastellone: situazione risolta

Dopo l'intervento in extremis oggi la riapertura della farmacia e della parafarmacia.

lunedì 17 agosto 2009

Villastellone: ABBANDONATO PER FERIE

Come avrete già notato, a Villastellone, in occasione della festività ferragostana è tutto chiuso. Soprattutto si nota la chiusura della Farmacia e delle ParaFarmacia. In un paese in cui si raschiano voti con l'aiutino (con i soldi di tutti) agli anziani, però facendo pubblicità al proprio mulino, è da segnalare questa grave disattenzione. Proprio gli anziani sono coloro che maggiormente necessitano di questo tipo di servizi, perchè impossibilitati a spostarsi facilmente nel paesino vicino, anche se distante pochi km.
Come sempre attendiamo l'esito della costruzionde di Villastellonopoli, il grande raddoppio di Villastellone, per vedere l'ampliamento dei servizi ai cittadini...o magari solo il conto in banca di qualcuno.
Ubi maior....

martedì 11 agosto 2009

Comune di...FAVARI!

La frazione di Poirino, confinante vicina pochi km al centro di Villastellone, tanto da rappresentarne alle volte una parte di esso, sta subendo una massiccia fase di costruzione di nuove abitazioni.
I Favari sono dotati di una via principale, di una scuola, di alcuni bar e servizi. Fino a qualche anno fa erano oggetto di costruzione, ma ancora delimitata e circoscritta. Essendo distanti dai centri abitati dei paesi circostanti, non dotati di mezzi di collegamento, i Favari hanno sempre destato attenzione per la possibilità di costruire, dato l'enorme spazio, calmierata appunto dalla mancanza di infrastrutture di trasporto. Anche Poirino era considerata terra non appetibile e le case erano di minor valore rispetto a Villastellone o Carmagnola, entrambe dotate di treno.
Ma con la presenza sempre più massicia dell'automobile, sul finire degli anni '80 qualche temerario decise di costruirsi la sua lussuosa villetta. Già, perchè il terreno costava poco e allora si poteva investire sullo spazio e sui materiali. Prima conseguenza: essendo le nuove abitazioni costruite a ridosso della strada provinciale, ne veniva limitata la velocità a 50 km/h. Ora, se un paese ha una via principale, se poi c'è una provinciale esterna, oppure una circonvallazione, viene naturale ritenere che il limite dei 50 sia giusto nel centro, come sia pure giusto un limite superiore all'esterno. Ma tant'è. Il processo di costruzione ebbe poi un serio calo negli anni '90. Qualche villetta a schiera ha impiegato una quindicina di anni al completamento. E' da ricordare che l'uso massiccio dell'automobile è un fenomeno recente. Ora l'auto viene presa di continuo. I soldi spesi in carburante sembrano sempre ben spesi. E' ormai un lontano ricordo, quello di più di 20 anni fa in cui tutti usavano il mezzo pubblico per spostarsi ed andare al lavoro. La macchina la si utilizzava, ma conti alla mano non era un mezzo adatto a fare da pendolari con il capoluogo di regione. Si prendeva la macchina il sabato sera, oppure per una qualche volta alla settimana. Il traffico era già intenso, ma il pendolare usava l'auto con moderazione durante la settimana. Ora siamo diventati più ricchi. Tutti abbiamo l'auto e ci siamo dimenticati la parola "risparmio". Oggi sinonimo di risparmio energetico, una volta di risparmio monetario: l'auto era troppo costosa per un uso giornaliero, sperperava una possibilità di mettere da parte i soldi. Oggi, abituati al credito al consumo, il tutto rateizzato, il risparmio non esiste più, nemmeno quello energetico.
Vuoi anche la modalità lavorativa che ha scombussolato gli spostamenti: oggi lavoro qua, tra un anno mi spostano a 30-40 km di distanza, magari in una sede decentrata in un polo indistriale, totalmente disconnesso dai servizi di trasporto pubblici (che lo facciano apposta?!?). E allora l'auto è diventanta il nostro mezzo di trasporto quotidiano, consumiamo e inquiniamo. Ma proprio a questa nostra abitudine, località un tempo disagiate come i Favari hanno assunto connotati di interesse particolare: spazio a volontà, immersi nel verde, possibilità di espansione e vicinanza strategica alla grande città. Mi ricordo quanto con il ciclomotore si affrontava di notte il viaggio verso i Favari, per raggiungere le giorstre. Ci si immergeva in un buoi profondo, avvolti solo dai campi di granturco. Pochissime le auto che passavano, l'unica illuminazione era la luna e il faro del nostro mezzo.
Ma la distanza era solo di 3-4 km, la strada la si conosceva bene e allora si andava con quel mezzo barcollante che per qualsiasi ragione era propenso a lasciarti a piedi. Già, perchè da Villastellone sono solo 3 o 4 km. E allora con l'auto sempre sotto il culo i Favari sono diventati interessanti: non più l'interesse per il treno, ma quello per la villetta a schiera. In meno di 5 anni i Favari hanno subito una costruzione apocalittica, pronti ad ospitare centinaia di residenti nuovi, pronti a scappare dalla grande città pur di immergersi nel verde. Tanto poi, alla mattina, per recarsi al lavoro c'è l'auto. Così la coda per Torino inizierà a Villastellone. Ecco anche il perchè di tanto interesse nella costruzione della nuova circonvallazione di Villastellone: per facilitare i nuovi residenti dei Favari. Stessa sorte è toccata a Poirino: immobile o quasi per anni, negli ultimi 5 anni ha visto nuovi palazzoni crescere alla sua periferia.
Stessa cosa per Santena. Prima hanno costruito la circonvallazione, poi hanno costruito abitazioni al ridosso della stessa. Quando invaderanno anche l'altra sponda chiederanno una nuova circonvallazione perchè li c'è troppo inquinamento.
Quando Villastellone, Santena, i Favari, Poirino, saranno un unica cittadina come sono diventate Moncalieri, Trofarello, Orbassano, Collegno, Rivoli, senza soluzione di continuità con Torino, allora potremo essere contenti.
Per questo immagino che il prossimo passo dei Favari, che si stanno così tanto espandendo, sarà quello di diventare un comune a sè stante.
Ah...dimenticavo...Villastellone era già un po' in ritardo...ma colmerà il gap costruttivo ben presto.
Chissà come mai i sindaci hanno così tanto interesse a voler ingrandire i loro paesini...

sabato 1 agosto 2009

VILLASPORT UCCIDE: PRIMA VITTIMA




E' morta una ragazzina di 13 anni. Stava attraversando per andare a Villasport. Non ha utilizzato l'apposita passerella per l'attraversamento della strada statale. Fatalità, tragica. La passerella, c'è da ormai più di 20 anni, costruita per evitare un punto di attraversamento molto pericoloso. Un punto di rettilineo, senza intersezioni, dove le automobili possono velocemente raggiungere velocità elevate. Lo si sapeva. Si è provveduto con la passerella. Ma perchè attraversare la strada? Perchè probabilmente non ci sono gli sbarramenti adeguati. Perchè probabilmente il numero di persone che vuole raggiungere Villasport è aumentato. Non discutiamo sulla criticità del luogo in cui è sorto Villasport. Luogo difficilmente agibile, come lo erano d'altronde i campi da calcio. Ma ahimè ora il numero di ragazzi(ni) che attraversa è presumibilmente aumentato. Di contro non è stata posta l'adeguata attenzione a far si che si rispettasse il divieto di attraversamento pedonale in quel punto. La statale presenta tre punti critici: l'intersezione semaforica per Carignano, la passerella (se non utilizzata) e l'intersezione per Borgo Cornalese (fortunatamente poco utilizzata). Per l'incrocio verso Carignano possiamo metterci il cuore in pace: lo vedremo tra 4 anni, in prossimità delle prossime elezioni, non prima. Quello che sconcerta in questa occasione tragica è l'assenza completa di attenzione che avrebbe presentato l'attraversamento per l'area dedicata agli impianti sportivi di Villastellone. Si deve porre rimedio. Per la famiglia della povera vittima, ormai, si tratta di chiudere la stalla dopo che sono scappati i buoi, per tutte le altre famiglie siamo ancora in tempo: facciamo qualcosa!