lunedì 13 febbraio 2012

la 'ndrangheta in Piemonte

In realtà è da un po' che ne volevo parlare. Più che di informazioni si tratta solo di supposizioni, di valutazioni.
La notizia è recente, anche se di fatto sfido un po' tutti se non ci avessero fatto mai un pensierino.
Eccola qua:

http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/442288/

Il quotidiano La Stampa di Torino, con grande stupore, ci informa che la nostra regione è la terza roccaforte della 'ndrangheta.

Chi ha voglia di leggersi l'articolo scoprirà dettagli interessanti sulle ramificazioni e sul modo di operare.
Riassumendo l'articolo scopriamo che la 'ndrangheta calabrese ha come sedi principali la Calabria, appunto, la Lombardia e infine il Piemonte.
Come si comporta la malavita organizzata?
Semplice: da un lato accumula denaro (sporco) tramite attività illegali ad alto rendimento, quali il gioco d'azzardo, le estorsioni e soprattutto la vendita all'ingrosso di stupefacenti.
Tutto questo denaro diventa poi difficile da utilizzare e qui entra in gioco lo strumento della ripulitura: attraverso società che erogano dei servizi si fatturano degli importi considerevoli, ci si pagano pure sopra le tasse et voilà il denaro torna da un canale ufficialmente pulito.
Quale mezzo permette lo scambio di ingenti quantitativi di denaro senza destare(più di tanto) sospetto: l'edilizia, in particolare la movimentazione terra.

Ed è proprio nella movimentazione terra che la 'ndrangheta trova il suo terreno ideale: grandi capitali per opere ingenti con grande utilizzo di manovalanza.

Ora, a questo punto, cosa c'entra Villastellone?

Per ora nulla in particolare, nulla di preciso. E allora che ne stiamo a parlare?

Semplice, perchè se da un lato non possiamo dire nulla di nulla sul nostro paesino, dall'altro è doveroso notare l'operato del sistema mafioso.

Già, perchè non so se avete mai fatto caso, ma la mafia non si fa chiamare così, si fa chiamare "sistema". Il "sistema di..." e poi si aggiunge il nome del paese di origine o del clan di appartenenza.
Ce lo ha svelato Saviano nel suo libro.
Stranamente le testate giornalistiche hanno iniziato a chiamare il nostro Paese: "Sistema Italia".
Non notate una strana assonanza?
Tornando a noi: perchè questa metodologia di operato dovrebbe interessarci?
Perchè la 'ndrangheta al Nord Italia non ha esattamente lo stesso modo di operare al Sud, dove la collusione locale si avvantaggia di una amalgama culturale quasi naturale.
Al Nord la malavita deve operare con meno clamore, più in accordo con le strutture di potere già esistenti.
E allora che si fa?
Invece di partire dai grandi centri urbani, scomodando cariche importanti, si parte dai centri medio-piccoli.
Ecco allora l'infliltrazione massiccia in paesi come Rivarolo Canavese o Leinì o Ciriè, solo per citarne alcuni.
Per fare ciò la mafia (chiamiamola così ancora per comodità) ha bisogno di un particolare.
Ce lo ha spiegato lo scrittore Lucarelli in una delle sue serie di Blu Notte Misteri Italiani, andata in onda solo qualche anno fa, il cui titolo era : La mafia al Nord.
Il particolare di cui accenna Lucarelli è : l'uomo cerniera.
L'uomo cerniera è di solito un impiegato della pubblica amministrazione o un politico locale che può venire contattato dalla malavita sapendo della sua propensione e disponibilità a collaborare.
La mafia ha delle forti ramificazioni territoriali che le permettono di avere notizie così diciamo di "gossip locale", detto anche pettegolezzo.
In altre occasioni è lo stesso uomo cerniera che contatta direttamente le organizzazioni criminali per proporre un possibile affare in cui fare da intermediario.
Perchè proprio un uomo cerniera?
Perchè la malavita ha bisogno di qualcuno che conosca le regole locali ed abbia le conoscenze giuste, che possa far approvare norme e delibere apparentemente senza alcun interesse personale.
Mentre l'uomo cerniera ha bisogno della malavita per il lavoro sporco, quello che lui non si può permettere di fare, cioè le intimidazioni alle aziende, la ricerca del personale e la gestione del lavoro reale.
Ecco spiegato il proliferare di capannoni industriali tenuti vuoti, prezzi dei fabbricati in continua crescita a discapito di una retribuzione salariale nettamente in ritardo rispetto all'inflazione.
Avrete notato come tutti i paesini si siano dotati di piano regolatore atto ad ingrandire il proprio abitato. Costruzioni di villette e palazzine tutte uguali costruite da una sola ditta senza lasciare al privato la fantasia di una libera costruzione con l'asserzione di una omogeneizzazione del territorio urbanizzato.
E poi, scusate, quale grande e ghiotta occasione per un bel movimento terra per il rifacimento della provinciale 393?
Ovviamente queste sono solo supposizioni, che nel più stretto stile andreottiano verrebbe da dire:" a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca...".
Chi può garantirci che in questi lavori non ci siano infiltrazioni mafiose? Forse basterebbe andare a vedere i vincitori dei vari appalti e capire qual'è la loro reale sede e chi è realmente a capo delle aziende.
Giusto per non sembrare troppo visionario, chi ha visto il programma "presa diretta" avrà potuto notare l'interessante servizio su Santena.....