Il dirigente scolastico ha ridimensionato il fatto come una normale zuffa tra bambini, così come l'assessore ai servizi sociali.
Il padre del presunto capobranco ha dichiarato che suo figlio non è un baby killer.
Cosa significa baby killer? Qui mica è stato ammazzato qualcuno. Ecco la prima distorsione dell'informazione.
Seconda analisi: se il padre di questo bambino ha voluto chiarire la posizione del figlio, vuole dire che si è sentito in dovere di dare una risposta e già qui iniziano a sorgere delle perplessità: se il fatto fosse stata una zuffa tra più bambini, i colpevoli dovrebbero essere parimenti più di uno.
Qui invece ne viene difeso uno in particolare. Il che ci invita a riflettere che venga considerato come giusto il concetto di capobranco, di colui che ha preso le redini della situazione.
Ecco una ammissione indiretta di colpevolezza.
Ma la reazione delle maestre è quella più interessante.
Si sono sentite colpite direttamente da questa serie di affermazioni. Probabilmente si sono sentite indignate che qualcuno abbia esposto una loro presunta responsabilità.
Ma queste maestre, sono o non sono responsabili dei bambini che vengono loro affidati?
Se così non fosse tutti i genitori possono portare i loro figli a scuola, vederseli malmenati, tornare a casa e non poter dire nulla perchè le maestre non sono responsabili.
Invece non è così: le maestre sono responsabili della tutela dei bambini a loro affidati temporaneamente.
Devono sorvegliarli affinchè non capitino loro dei problemi. Certo è che non tutto si può scaricare sulle spalle delle persone. Dovesse capitare un cataclisma, un qualsiasi danno all'edificio, non possono essere responsabili per un evento imprevisto e quindi adottare le misure di sicurezza adeguate.
Un paio di occhi puntati sui bambini però si. Da che mondo è mondo ci sono sempre quelli un po' più agitati. Magari da grandi si calmano, magari no.
Le maestre dovrebbero saperlo.
Ed ecco però una levata di voci a gran coro proprio da queste ultime. Gridano BASTA! Basta a queste informazioni travisate, basta a queste informazioni distorte, ma soprattutto gridano basta a questa fonte di informazioni ignota.
Già perchè. si giustificano loro, gli unici ad aver visto quello che succede sono loro.
E qui sta il punto. Abituati come siamo a prove scientifiche abbiamo bisogno anche in questo caso di prove.
Ma le prove non ci sono. O meglio, le uniche prove sono i lividi(ormai scomparsi) su quel bambino, la sua testimonianza.
Dove si gioca il fattore prove? Si gioca nell'ambito della reputazione di una o più persone. Loro sono persone con una reputazione, loro non mentono, loro quindi, mettendoci la faccia dicono che il fatto non è successo.
A questo punto potremmo dire: il fatto non sussiste per...insufficienza di prove!
Ma se non ci sono prove a favore del fatto non ci sono neanche che il fatto non sia avvenuto.
Tutto ciò che noi non conosciamo tendiamo a considerare come se non esistesse. Da qui l'asserzione delle maestre: non ci sono prove e quindi non è successo quello viene raccontato.
Ma non ci sono nemmeno prove (registrazioni video, audio..) che tutto sia passato tranquillo e pacifico.
Però loro mettono la loro reputazione di persone affidabili contro una fonte sconosciuta.
Posta la questione in questi termini si può ben capire perchè i genitori di questo bambino non siano voluti andare oltre: la dichiarazione di un bambino contro quella di numerose maestre adulte come potrebbe mai reggere il confronto?
Sebbene siano stati citati più fattori e persone, le maestre sono quelle che hanno avuto la reazione più forte contrattaccando, puntando il dito a loro volta.
Parlano di notizie distorte, manovrate. Il fatto che l'informazione sia, come dicono loro, ignota, non giustifica l'asserzione che le informazioni siano strumentalizzate. Come il fatto che se la fonte è una persona nota o un mezzo di informazione non garantisce il fatto che l'informazione sia corretta.
Il corriere di Chieri ha fatto un articolo, citando frasi del post precedente. Ma non viene proposto integralmente il testo, se ne citano solo alcuni pezzi, altri vengono omessi, tagliati.
Il significato che il testo assume appare ben diverso da quello originale.
Forse anche questa non è strumentalizzazione dell'informazione?
I telegionali applicano costantemente un filtro sulle informazioni che ci propongono:
- a pranzo i problemi dei paesi sottosviluppati: quando state per azzannare una bistecca vi piazzano l'immagine di un bambino africano denutrito.
- a cena immagini di guerra con scene cruenti ( chi non si ricorda l'immagine del corpo di un soldato americano trascinato dai suoi esecutori ed esposto alla pubblica platea?)
- il tutto condito con un po' di politica, solo italiana.
- dell'estero non sappiamo quasi nulla.
Ecco cosa ci propongono le fonti di informazione ufficiale e cui noi diamo credito.
Con questo non voglio dire che tutte le informazioni debbano essere prese come vere, ma solo che spetta ad ognuno di noi un compito di valutazione critica, senza prendere sentenze a priori, ben consapevoli della strumentalizzazione che può venire operata.
Infine ricordo che nessuna guerra è stata fatta nei confronti delle maestre della scuola elementare di Villastellone, è stato semplicemente ricordato il loro ruolo di tutori temporanei nei confronti di minori.
In questa vicenda, inoltre, sono intervenuti diversi fattori e molteplici figure. Auspico quindi che le maestre amplino la loro veduta, non solo restringendola alla conservazione del loro posto di lavoro, ma estendendola in modo tale che si rendano conto del proprio ruolo e della loro figura che opportunamente strumentalizzata può fungere a figure terze come cardine di una leva mediatica.
In fondo a chi non fa comodo che tra i due litiganti un terzo ne trovi un vantaggio.....?